Sapete cosa mi manca dell’infanzia?
I My Little Pony.
Ma sapete cosa mi manca veramente, più dei My Little Pony?
La spontaneità con cui riuscivamo a parlare dei nostri sogni: la ballerina, l’astronauta, il poliziotto, la cantante, l’usuraio…
Avevamo gli occhi sbarrati per l’emozione e in testa ci vedevamo già grandi, belli e bravissimi.
Io ho iniziato rispondendo “la stilista” e disegnando bambole di carta con i vestiti delle Spice Girls; crescendo ho scoperto che con una matita ed un foglio potevo anche creare dei concetti interessanti e non solo dei bozzetti pop, così ho diretto le mie ambizioni al giornalismo, sempre conservando un’attenzione particolare per la moda.
Poi mi sono laureata in economia e per quanto pensiate che abbia mandato tutto a ramengo, vi assicuro che la tesi parlava di Made in Italy e Coco Chanel.
Poi mi sono laureata in economia e per quanto pensiate che abbia mandato tutto a ramengo, vi assicuro che la tesi parlava di Made in Italy e Coco Chanel.
I genitori s’illuminano solo quando sfoderi ambizioni concrete come “l’ingegnere, il medico, l’avvocato, l’usuraio…”, quando prendi il sentiero hippie buttandoti su qualcosa d’incerto o artistico è sempre una lotta. Ultimante, ci si mette anche la realtà a richiamarti con i piedi per terra.
#TEB è la zattera che mi permette di mantenere vivo il mio sogno, qualunque figura lavorativa ricopra durante il giorno: per quanto sia elettrizzante uscire di casa e dirsi fashion bloggers, il più delle volte è conveniente puntare alla dicitura web writer.
Perché tutta sta precisazione?
Perché per quanto sogni di dirigere un web magazine di moda, il mondo erudito sembra sempre avere una parola buona per chi parte come fashion blogger: bamboline vuote, ambasciatrici del nulla, ignoranti e vanesie…avete altri aggettivi? Infierite pure.
La connotazione negativa attribuita ai fashion blogger deriva dal fatto che molti di quelli che "ce l’hanno fatta", diventando veri e propri fenomeni mediatici, al loro meglio sembrano analfabeti o totalmente ignoranti.
Belli impossibili in foto, ma appena li armi di una tastiera QWERTY o di un microfono ecco che iniziano i dolori.
L’industria della moda li vede come dei cartelloni pubblicitari a costo zero (dopotutto i regali vanno più degli assegni), i fotografi alla settimana della moda come dei pagliacci (alla peggio),
![]() |
Chaira Ferragni durante la New York Fashion Week |
mentre le persone comuni si dividono tra chi li vede come profeti del glam e chi come dei cialtroni arrivisti.
Come li vedo io?