LAZY FASHION : GYM EDITION

3:23 PM

You wanna a hot body? 
You better work bitch!

Amen Britney!

Perdonate il brusco inizio, ma quando ho pensato di scrivere questo post il celebre verso di Work bitch mi si è cementato nel cervello.
Svolta salutista nel mondo della moda: dopo gli eclatanti sforzi di Moschino nel dirottarci verso i cibi spazzatura, 
 il nuovo “black” negli ambienti più cool è la palestra. Pardon, GYM.
Sarà che il Victoria’s Secret Fashion Show 2014 è ad una manciata di giorni di distanza, ma il mio mio Instagram si è ufficialmente trasformato nella cabina di sorveglianza di una palestra: gente che fa kick-boxing, yoga, flessioni, cross-fit, tennis, squat, oppure semplicemente un selfie perché l’allenamento era noioso.
E’ un must: non importa cosa fai e perché lo fai, l’importante è esserci. 
Un po’ come in politica.

La mia più che una critica è una oggettiva considerazione sull'ascesa di quella che chiamo “Lazy Fashion”: ovvero belli sì, ma con il livello di sbattimento a -250.

Tra il 2012 e 2013 per essere cool dovevi girare in pigiama di seta, stile mantenuto di lusso
(…sebbene non abbia ancora capito se a letto bisogna andarci in versione famme fatale o pigiama party all'asilo),

con la fine del 2013 il glamour fa ancora rima con confort, ma ci va giù pesante con le quantità: sandali? ma no meglio le ciabatte da bordo piscina (disponibili anche nella versione invernale con pelo),
i tacchi alti lasciano spazio alle sneakers,

i reggiseni sportivi vengono elevati a crop top e quindi sfoggiabili in tt le occasioni (winter where are you??), mentre le tute in neoprene o i berretti si sprecano.
Se Nike e Adidas giocano a chi ha il testimonial più figo o la capsuule collection più esclusiva, ecco spuntare la concorrenza-non-concorrenza di DKNY e CHANEL.
Il ché è molto interessante se ci fate caso: fino ad almeno 4 anni fa la moda richiedeva complessità o laboriosità nelle forme, 1000 accessori o stratificazioni per ottenere il look perfetto (alla Gossip Girl per intenderci), adesso siamo invece al polo opposto, un minimal quasi assoluto, per non dire “umano”. Dunque la scelta del vostro look quotidiano non dovrebbe richiedervi più di 45 secondi.  Detto questo le sneakers di Chanel avranno comunque un costo disumano.

Emblematico il caso della collezione firmata dal designer Alexander Wang per H&M: neoprene  e tessuti tecnici per una collezione dal sapore iper-sportivo; benchè abbia trovato interessante la presentazione in passerella quasi militare,
e la fattura di alcuni mini dress e top, sono rimasta un può spiazzata per i sold out in tempi record. Premessa: amo lo stile del designer americano e credo sia un vero talento per lo sports wear, ma ad eccezione di alcuni pezzi dal taglio particolare ed interessante, molti altri mi hanno dato quel vibe che solo Decathlon sa suscitare.

A confondermi ulteriormente la definizione della collezione come
“perfetto per il lavoro, le serate nei club e la palestra”


Nonostante ciò il mondo della moda è rimasto folgorato dalla nuova collezione per il brand svedese, come testimoniano i look di Anna dello Russo e Giovanna Battaglia, RihannaDakota Fanning.

Questo perchè la collezione risponde alla crescente esigenza di comodità e semplicità, di sentirsi attivi e liberi di lavorare sul proprio fisico...ovviamente per poterlo mostrare in tutta la sua gloria: ho notato che non ci si vanta solo dei risultati ottenuti, ma anche degli esercizi  eseguiti, del' abbinamento cromatico sneakers-mutande o addirittura del rinnovo dell'abbonamento mensile alla palestra.

Il cambio di tendenze dunque non si è fatto attendere nelle palestre, dove dal “non guardarmi che sto sudando” 

si è passati al “keep your eyes on my butt”.
E quella che sembrerebbe essere una prerogativa del gentil sesso, si rivela essere una patologia comune anche agli uomini (spero non tutti).
Quindi più salutisti sì, ma estremamente più narcisisti: in cosa ci sta trasformando questa nuova moda?
Credo che Phranci abbia la risposta alla mia domanda…

Phranci: Che bello tocca a me!
Stella: eh già! ahahaha.....S C R I V I !
****

Fatti di vita vera: la palestra. (by PHRANCI)

Sono ormai 3-5 (non ricordo) anni che frequento più o meno assiduamente una palestra vicino casa.
Sì, non che sia servito a molto, le mie chiappone stanno sempre saldamente attaccate al fondo della mia schiena, ma anche in questo luogo, come in tutti quelli in cui mi trovo, mi piace esercitare l’arte dell’osservazione e dello studio comportamentale della gente (che paroloni).
Non che quello che sto per scrivere sia propriamente innovativo, sicuramente qualcuno ha già stilato una lista del genere, ma volevo scrivere qualcosa per Stella e quando mi ha detto che aveva pronto un post sul look “sporty” e sul “Ma come ti vesti?! Palestra Edition” non ho potuto fare a meno di pensare agli aneddoti spassosi vissuti nella mia esperienza aerobica.

Quindi ecco a voi uno spaccato della fauna locale di qualsiasi palestra. Ma proprio qualsiasi

ATTENTION WH*RE: questa non è un’esclusiva della palestra ma è un esemplare talmente comune che ovviamente è arrivato anche qui.
La riconosci prima di tutto dall’abbigliamento: shorts versione visita ginecologica, canotta di quattro taglie più piccola, reggiseno di pizzo in contrasto che sbuca fuori libero e felice.
È truccata come se dovesse scendere dalla scalinata del Teatro Ariston, per la precisione il trucco se lo ravviva in spogliatoio prima di iniziare l’allenamento e durante lo sforzo fisico non cola MAI.
E anche dopo passa 12 ore a docciarsi/profumarsi/truccarsi/parrucchierarsi occupando QUALSIASI superficie disponibile, anche la zona della panchetta dove ci sta il tuo borsone.
Esiste anche la versione coi leggings trasparenti stile se-mi-piego-mi-fai-una-colonscopia.
Vi giuro sulla mia gatta che in palestra una volta c’era una con degli shorts talmente corti che quando si è messa a fare squat le ho visto le grandi labbra.
Poi mi sono strappata gli occhi e li ho buttati nell’acido.

GYM FREAK (Il palestrato): solleva pesi sovrumani facendo dei versi altrettanto sovrumani, a metà tra l’orgasmo maschile e l’inserimento di un catetere urinario nel pene.
Ipertrofico da far schifo, di solito non è oliato ma tanto dopo 20 minuti di palestra già nuota nel suo stesso sudore e risulta quindi essere lucido come la pelata di Pierluigi Collina.
Se la tiraaaaaaa in una maniera che nemmeno l’elastico delle mutande dell’uomo più grasso del mondo: alla fine di ogni esercizio passa almeno 10 minuti a rimirare il suo sviluppo muscolare gonfiando i bicipiti e (visto con questi occhi) alzando la canotta-capezzolo-in-vista per controllare lo stato degli addominali.
La sua digi-evoluzione è il BODY BUILDER, al posto dei classici neurotrasmettitori che permettono una funzionalità fisiologica del nostro cervello lui ha degli steroidi sintetici made in Thailandia.
È talmente invasato che durante le vacanze estive gira 8 palestre per essere sicuro di non stare senza fare esercizi nemmeno un giorno (#truestory Parte 1).
A lui i pesi standard fanno il solletico, quindi per fare la leg press chiede ad un tizio di 70 chili di sedersi sui (già caricati) 100 chili della macchina (#truestory Parte 2).
Ormai le fibre muscolari hanno passato la barriera ematoencefalica e stanno prendendo il posto del tessuto nervoso.

Per leggere di altri esemplari continuate QUI


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